Sto finendo uno stage in una cooperativa.
Mi occupo di "progettazione sociale", in pratica gare d'appalto. Come capita spesso in questi casi (mi hanno detto) pare non mi riconfermeranno e prenderanno un altro stagista (uno ogni 6-8 mesi, sono il penultimo di una lunga lista).
Il lavoro era bellino anche se lo stipendio e le condizioni contrattuali di chi è assunto in maniera regolare fanno pietà.
Annusando la cosa al momento della partenza dello stage ho concordato degli orari che mi permettessero di tenere il mio lavoro di commesso in un centro commerciale (part-time tempo indeterminato 14 mensilità straordinari e ferie pagate regolarmente).
Dal punto di vista pratico continuare a fare il commesso è la scelta migliore: accetto la proposta di passare a full-time, prendo molti più soldi che a fare il progettista per la cooperativa e non mi porto il lavoro a casa.
Perché allora mi sento una caccola? Perché mi da fastidio quando conoscenti passano dal centro commerciale e mi vedono con la mia divisina?
il fatto che sposti cassoni in magazzino o imballi TV non mi toglie la mia laurea o le mie competenze: io sono quello che sono in ogni caso, no?
anzi, aver fatto la scelta economicamente più "furba" e "vantaggiosa" dovrebbe essere un fatto positivo, no?
Continuo a ripetermi che "non sono il mio lavoro" ma ho la certezza che sarei più felice se alla domanda "che lavoro fai?" potessi rispondere "progettista".....