Ok, i sessi opposti si attraggono, i poli negativi e positivi si attraggono (che ho detto? ), ma i caratteri, io non riesco a trovare una persona simile a me. C'è sempre qualcosa che non riesco proprio a tollerare. Può essere assenza di nerdaggine, l'uso spropositato del cellulare, la troppa lussuria o il mancato senso del pudore, l'incapacità di dedicarsi completamente all'altro, l'attitudine a spendere troppo, il non rispettare gli orari, il tentare di fregare sempre l'altro, la mancanza di ragionamento approfondito prima di agire. Mi sento solo. Ma non è una solitudine fisica (ormai non ci faccio più caso), quanto una solitudine "intellettuale". Nessuna persona ha tutti gli elementi per essere compatibile con il mio essere. A questo punto crede di essere io l'anormale, e lo credo sul serio, e forse lo sono davvero, nonostante le persone che hanno avuto di conoscermi davvero (ben poche) mi stimino molto. E allora che cosa c'è che non va? Mi aspetto troppo dalle persone? O mi sono già disilluso completamente e ne sono consapevole? O ancora, forse cerco il pelo nell'uovo per non espormi e farmi male. Una sorta di volpe e l'uva, vorrei ma non posso, quindi non voglio?
Il tempo passa in fretta, giorni si susseguono con fare irrefrenabile e questa situazione non fa che espandersi, come i cerchi nell'acqua che si formano quando si lancia un sasso in un fiume. Poi però nel fiume quei cerchi scompaiono, ma i miei "livelli di tolleranza" invece rimangono sempre quelli, e se ne aggiungono altri ed altri ancora. Fino a crearmi una sorta di campana di vetro in cui solo io sono l'unico a potervi accedere, e solo io sono capace di resistervi.
Al massimo la gente riesce ad apprezzarmi per le mie competenze tecniche in alcuni campi, ma non appena sbaglio il tiro vengo penalizzato per sempre. Ma in fin dei conti non è quello che faccio anche io? Non cerco sempre un punto debole di una persona per non farmela piacere?
Per essere banale potrei parafrasare una canzone dicendo che mi sento come un alieno tra la gente, ma la gente stessa è aliena per me almeno quanto io lo sono per loro. Da che parte sta la verità? C'è una misura che in qualche modo rende possibile l'accettazione delle diversità dei singoli per poter convivere in gruppo? Oppure è solo una farsa teatrale, la stima è simulata, i comportamenti sono solo una maschera per nascondersi... sono confuso
Io odio le differenze, almeno caratteriali, mentre gli altri sembrano non considerarle... Dove sbaglio e perché? Ma soprattutto, sbaglio nel non volermi violentare l'anima accettando personaggi di dubbio gusto come amici o come amanti?
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