"C’è il crocifisso in municipio? Riprendetevi la mia tessera elettorale: io non voterò"
REDAZIONE
"Sono pervenuto alla decisione di restituire la tessera elettorale all’ufficio competente del comune di Padova, sede di mia residenza, privandomi del diritto dovere del voto". Comincia così la lettera che Sergio Martella, psicoterapeuta, studioso e autore di brillanti libri di saggi, ha inviato al presidente Carlo Azeglio Ciampi, al ministro Giuseppe Pisanu e a Flavio Zanonato, sindaco della città.
Continua la lettera: "Mi asterrò dal partecipare a ogni scadenza elettorale fintantoché, presso i locali dell’ufficio elettorale, non sarà rimosso il crocifisso, simbolo dell’universalismo cattolico, che, in quel luogo, contraddice l’identità laica e garantista dello Stato. Ritengo grave l’affissione di un simbolo confessionale di parte nel luogo che, altrimenti, dovrebbe accogliere il ritratto del Capo dello Stato o il tricolore, simbolo dell’Italia".
Il caso Martella è analogo a quello di Luigi Tosti, il giudice che chiese – per non discriminare i cittadini - l’affissione nei luoghi pubblici degli altri simboli religiosi, dei simboli atei e non soltanto la croce, oppure la rimozione del crocifisso.