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storielletta #1
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Il bene pubblico
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Mentre se ne stava stinnicchiato al sole, al Cavaliere scappo’ un bisogno urgente. Visto che la spiaggia era deserta, s’arriparo’ darre’ un cespuglio.
In quel preciso momento vide passare uno scrafaglio merdarolo che faticosamente trascinava nella sua tana una pallina di sterco.
«Ti bastera’ per mangiare tutta l’invernata», spio’ il Cavaliere.
«Non credo», arrispunni’ lo scrafaglio. «Siamo tutti preoccupati.
Quest’anno, tra una cosa e l’altra, abbiamo raccolto picca e nenti. Rischiamo tutti la fame».
«Ci sono qua io!», disse il Cavaliere.
E fece il bisogno suo. Sul quale si gettarono tutti gli scrafagli merdaroli inneggiando alla generosita’ del Cavaliere
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storielletta #2
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Il pelo, non il vizio
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In Iliata ci fu un Cavaliere che, in pochi anni, accumulo’ una fortuna immensa. Un giorno alcuni magistrati cominciarono a interessarsi dei suoi affari. E cominciarono a piovergli addosso accuse di falso, corruzione, concussione, evasione fiscale e altro ancora. Arrivarono le prime sentenze di condanna. Il Cavaliere, attraverso i suoi giornali, le sue televisioni, i suoi deputati (aveva fondato un partito), scateno’ una violenta campagna contro i magistrati che indagavano su di lui accusandoli d’esercitare una giustizia di parte. Lui stesso si defini’ un perseguitato politico.
Tanto fece e tanto disse che molti iliatesi gli credettero.
Poi un giorno (come capita e capitera’ a tutti), mori’.
Nell’aldila’ venne fatto trasìre in una càmmara disadorna. C’era un tavolino malandato darrè il quale, sopra una seggia di paglia, stava assittato un omino trasandato.
«Tu sei il Cavaliere?», spio’ l’omino.
«Mi consenta», fece il Cavaliere irritato per quella familiarita’. «Mi dica prima di tutto chi e’ lei».
«Io sono il Giudice Supremo», disse a bassa voce l’omino.
«E io la ricuso!», grido’ pronto il Cavaliere che aveva perso tutto il pelo, la carne, le ossa, ma non il vizio.
(le ho trovate su un sito dove dicono siano di camilleri)