http://www.repubblica.it/2006/c/sezi...lme/palme.html
la festività religiosa che precede di una settimana la Pasqua cade il 9 aprile, giorno di elezioni. L'ulivo, per quanto benedetto, richiama troppo l'Unione.E così il sacerdote ha deciso di bandirlo sostituendolo con piccole croci in nome "della par condicio". Un'iniziativa che è piaciuta poco a fedeli e abitanti del paesone alle porte di Roma che conta più di settemila abitanti.
In una lettera ai parrocchiani distribuita ieri dopo la messa delle 11:30, don Paolo ha spiegato che si rifiuterà di benedire i rametti di ulivo "in nome della par condicio", così come i rami di palme "per non dare l'idea che ci stiamo convertendo agli arabi" e che farà deviare la tradizionale processione per le vie del paese "per non farla passare di fronte ai seggi elettorali".
sarà pure una provocazione dettata dalla scelta della data delle elezioni, ma non sarebbe MOLTO più semplice se per una VOLTA, per UNA VOLTA, i preti facessero I PRETI, cioè i pastori della comunità e non si mettessero a far ste pagliacciate per una cosa che poi, in fin dei conti, rubrerà mezz'ora al massimo al "fedele" (che detto per inciso l'80% di quelli che il giorno di pasqua vanno a messa va perchè 'si deve')..
oppure dalle prossime elezioni possiamo chiedere al vaticano le date migliori, magari pure i luoghi e, se ne hanno voglia, possono dispensare anche durante le messe consigli utili per le persone da votare, coalizioni e simboli.
il vaticano dovrebbe OBBLIGARE i 'pretaccini' di periferia che vivono da 30 anni all'ombra di un paesello dove non accade NULLA, ad andare ogni anno, almeno 4 mesi in missione... vedi te che gli passa la voglia di pensare alle elezioni..