E' da un po' di tempo che ci penso.
Io non riesco a concentrarmi più di tanto quando faccio una cosa. Per non parlare della memoria a breve termine. Mi capita alle volte che qualcuno mi dica qualcosa, e dopo mezz'ora gliela chiedo nuovamente perchè mi sono completamente dimenticata.
A parte gli ovvi discorsi della vecchiaia incombente ( ) mi chiedevo se capitava solo a me, oppure era semplicemente una sensazione. Proprio adesso invece leggo questo articolo su Repubblica di cui posto un estratto:
Metti una sera a cena e il telefonino è sempre il terzo incomodo. Lui guarda lei, lei guarda lui e tutti e due non perdono di vista il cellulare. Potrebbe squillare, potrebbero non sentire. Tanto più ora che, oltre al trillo flebile degli sms, c'è anche quello delle e-mail. Il risultato è uno stato di "attenzione parziale continua", come l'hanno battezzata. Vuol dire che i due sono lì al tavolo ma con la testa anche un po' altrove. È il tramonto del "qui e ora" al cento per cento, l'alba di una nuova era all'insegna di una quota ripartita e sempre più smozzicata di concentrazione. Come se si stesse sempre a un party dove, mentre si parla con qualcuno, il radar degli occhi scandaglia la sala in cerca di un conversatore più appetitoso.
Un effetto collaterale del multitasking, l'attitudine tracimata dai computer alla vita di tutti i giorni. Lì si tenevano aperti più programmi contemporaneamente, quello per scrivere, l'altro per chattare e il masterizzatore per copiare i cd. Qui si parla con l'interlocutore mentre si manda un messaggino e magari, con un solo auricolare, si ascolta musica dall'iPod. Uno scenario di contorsionismo cognitivo che si è trovato di fronte pochi giorni fa Linda Stone, ex dirigente Microsoft, durante l'Emerging Technology Conference di San Diego. Mente lei introduceva il concetto di "a. p. c.", almeno metà del suo uditorio - come ha riportato la cronaca di Newsweek - "aveva il volto rischiarato dal bagliore dello schermo del pc portatile sul quale navigava o controllava la posta elettronica".
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Se prima erano cinque sms adesso bisogna calcolare a spanne dieci volte tanto di e-mail che entrano a gamba tesa nel palinsesto della nostra giornata. Chi tiene conto di questo nuovo contesto di attenzione debole vince. Come il bestsellerista Dan Brown che, tra i segreti del suo successo planetario, cita un limite non solo suo: "Ho una capacità di attenzione ridotta, per questo faccio capitoli brevi".
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A parte la storia del telefonino (che se esco per una serata galante o un colloquio di lavoro spengo senza problemi, mi domando, è così anche per voi?
Si potrà fare qualcosa?
Tanto per confermare, mentre scrivevo questo post sono stata interrotta ben 2 volte