[supersaibal]
Originariamente inviato da D56
un giovine s'è innamorato della mia figliola, ed io ne son contento, giacchè è un bravo giovine, serio, studioso, mite e sensibile, e finanche di bell'aspetto (ritengo alla maniera degli antichi greci che una certa dose di bellezza non contrasti bensì si coniughi con armonia alle doti interiori)
quindi, dovrei esser contento, anzi lo sono, poichè apprezzo l'idea ch'ella percorra il suo cammino, senza troppo rimanere nella casa del padre, che dev'esser luogo del passato e non del futuro
ma v'è un piccolo difetto: costui è timido non poco, per cui appare semplicemente terrorizzato all'idea di trovarsi a discorrere ad esempio con me, come s'io fossi una specie di tribunale dell'inquisizione, voglioso d'estorcegli chissà quale verità
temendo di causare danni all'idillio, cerco d'esser discreto, ma non posso trascorrer i giorni di festa nascondendomi da una abitazione all'altra (vivo in due case, sì, ma non nascondermi ma solo per comodità logistica), come un fantasma che appare in certi momenti rari e casuali
sembra tema il mio giudizio, il giovine
ma santo cielo, che l'affronti, in fondo i salmoni risalgono il fiume, rischiano d'esser acchiappati dagli orsi, si fanno un culo così (non mi sovvien altra alata metafora) per coronare il loro sogno d'amore, possibile che questo giovine non affronti il piccolissimo sacrificio di scambiar due parole con me, che son bendisposto, saggio, e incline per natura alla serena convivenza?
mi sa che un padre iracondo e poco intelligente se la cava meglio [/supersaibal]