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Discussione: outlet

  1. #1
    Utente di HTML.it
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    outlet

    Che ci fa questa faccia da cinquantenne ingrassato, gli occhi nascosti dalle lenti scure, nel mezzo di questo strano posto? Non è strano il posto, forse sono strano io. Sulla riga dell'orizzonte l'autostrada, dalla pianura un sottile profumo di concime. I tetti delle macchine, nello sconfinato parcheggio, riflettono il sole rosso del pomeriggio. Questa specie di borgo giocattolo, fatto solo di negozi ed acquirenti, di merci esposte e sciame di famiglie compratrici, è in fondo un luogo più vero e sincero che mai. Non è forse desolante il centro storico d'una bella cittadina, pregno di storia secolare, cultura, religione, trasformato in un bazar? Almeno qui c'è solo il bazar, nel mezzo della pianura, senza l'inutile orpello della storia e della geografia.
    In antico c'erano le chiese, i luoghi della ricorrenza, del culto popolare ad aggregare. Le bancarelle, il mercato, veniva dopo, seguiva, s'aggregava intorno ad un altro potere, ad esempio religioso o politico.
    Poi sono stati i luoghi del turismo, o della passeggiata, e finanche i cosiddetti salotti buoni delle città, ad attrarre il commercio. I centri storici delle città, sempre meno vivi di vita, ma semplicemente salotti ben tenuti, dove si leccano i gelati e ci si comprano le scarpe.
    Infine, giusta evoluzione, ecco questo benedetto outlet: basta con le finzioni, qui è il commercio la vera religione, il consumismo che erige le sue cattedrali da solo, senza vergogna, senza la scusa d'un altro motivo. Non disprezzo, constato.
    Dentro la busta di plastica i miei jeans firmati a metà prezzo, m'avvio al parcheggio, come tutti. Che felicità.

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di figaro
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    Parafrasando Marx: uno spettro si aggira per il mondo: l'outlet.

    Ma dimmi, come sono questi jeans? vita bassa?

  3. #3

  4. #4
    Utente di HTML.it
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    i jeans mi stanno malissimo, ma ho detto sì per quello strano fenomeno autolesionista che si chiama claustrofobia fa camerino

    me li metterò per punizione, tanto non cerco nessuna fidanzata per l'estate


    dov'è non lo scrivo, sì che il lettore possa adattare il breve racconto al suo immaginario personale, tanto più o meno i posti s'assomigliano tutti

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di alda
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    mai messo piede in un outlet, e credo mai lo metterò: intanto sono delle potentissime macchine mangiasoldi, poi quello che mi serve per andare in ufficio tutti i giorni lo trovo in qualunque negozio, compresi quelli sotto casa, non devo nemmeno immergermi nella bolgia del centro.
    Se capire significa mettersi al posto di chi è diverso da noi, i ricchi e i dominatori del mondo hanno mai potuto capire milioni di emarginati?

  6. #6
    Utente di HTML.it
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    credevo che l'attrazione per i negozi fosse un elemento a base genetica nella femmina dell'homo sapiens, invece constato che è un elemento indotto culturalmente

    beato tuo marito, alda

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di alda
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    Originariamente inviato da D56
    credevo che l'attrazione per i negozi fosse un elemento a base genetica nella femmina dell'homo sapiens, invece constato che è un elemento indotto culturalmente

    beato tuo marito, alda
    non dico che non mi piace andare per negozi, è che cerco di non buttare i soldi, o almeno preferisco "buttarli" in altre cose: fra spendere 100 euro di libri o di CD e 100 di vestiti, preferisco una delle prime soluzioni.

    Poi il momento dell'acquisto compulsivo prende anche me, ma è piuttosto raro.
    Se capire significa mettersi al posto di chi è diverso da noi, i ricchi e i dominatori del mondo hanno mai potuto capire milioni di emarginati?

  8. #8
    Avevo letto Outing. Pardon.
    La Terra è bella, peccato per i terrestri.

  9. #9
    Utente di HTML.it
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    caro robalzi, tu apprezzi il brand "D56", e quindi leggi tutto, a prescindere (anche se a volte sono cagate pazzesche)

    sei un intenditore, scriviamolo senza vergogna

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    Originariamente inviato da D56
    Che ci fa questa faccia da cinquantenne ingrassato, gli occhi nascosti dalle lenti scure, nel mezzo di questo strano posto? Non è strano il posto, forse sono strano io. Sulla riga dell'orizzonte l'autostrada, dalla pianura un sottile profumo di concime. I tetti delle macchine, nello sconfinato parcheggio, riflettono il sole rosso del pomeriggio. Questa specie di borgo giocattolo, fatto solo di negozi ed acquirenti, di merci esposte e sciame di famiglie compratrici, è in fondo un luogo più vero e sincero che mai. Non è forse desolante il centro storico d'una bella cittadina, pregno di storia secolare, cultura, religione, trasformato in un bazar? Almeno qui c'è solo il bazar, nel mezzo della pianura, senza l'inutile orpello della storia e della geografia.
    In antico c'erano le chiese, i luoghi della ricorrenza, del culto popolare ad aggregare. Le bancarelle, il mercato, veniva dopo, seguiva, s'aggregava intorno ad un altro potere, ad esempio religioso o politico.
    Poi sono stati i luoghi del turismo, o della passeggiata, e finanche i cosiddetti salotti buoni delle città, ad attrarre il commercio. I centri storici delle città, sempre meno vivi di vita, ma semplicemente salotti ben tenuti, dove si leccano i gelati e ci si comprano le scarpe.
    Infine, giusta evoluzione, ecco questo benedetto outlet: basta con le finzioni, qui è il commercio la vera religione, il consumismo che erige le sue cattedrali da solo, senza vergogna, senza la scusa d'un altro motivo. Non disprezzo, constato.
    Dentro la busta di plastica i miei jeans firmati a metà prezzo, m'avvio al parcheggio, come tutti. Che felicità.




    Originariamente inviato da D56
    i jeans mi stanno malissimo, ma ho detto sì per quello strano fenomeno autolesionista che si chiama claustrofobia fa camerino

    me li metterò per punizione, tanto non cerco nessuna fidanzata per l'estate

    dov'è non lo scrivo, sì che il lettore possa adattare il breve racconto al suo immaginario personale, tanto più o meno i posti s'assomigliano tutti

    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

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