UNIONI DI FATTO
Rosy Bindi si inventa un nuovo Pacs
E la Curia: 'Va bene, ma escludete i gay'
Il neoministro della Famiglia: 'Contratti pubblici per le coppie di fatto'. La sinistra applaude, la Cdl insorge, l'Udeur protesta: 'Aggirato il programma'
ROMA — Nuovo scontro in tema di Pacs tra centrosinistra e Cdl: il ministro della Famiglia, Rosy Bindi, in un’ intervista al Corriere della Sera ha affermato che nel programma dell’ Unione la parola Pacs non c’è, ma «si parla di unioni civili e di diritti da garantire».
E in un intervento su Avvenire ha ricordato che l’Italia ha accanto alla famiglia tradizionale «un universo articolato... Si tratta di una grande sfida per conciliare il valore della famiglia, così come è definita dalla Costituzione, con questa pluralità di situazioni che sarebbe colpevole ignorare».
La Bindi promette attenzione alle coppie di fatto con contratti di natura pubblica: «Non è possibile relegarne la tutela nella sola sfera del diritto privato» e parla anche di fecondazione assistita: «sbaglia sia chi dice che la legge non va toccata sia chi dice che va stravolta... La legge va affidata al Parlamento» per una «riflessione e una discussione necessarie».
Posizioni che hanno acceso il dibattito politico, nonostante l’auspicio del ministro ad evitare «scontri ideologici» e l’apertura alla Chiesa: «non può non dire quello che pensa. Ma la politica non può non assumersi la responsabilità di mediazioni e scelte. Non dovremmo preoccuparci per le parole dei vescovi— ha osservato il ministro —, ma eventualmente per il nostro silenzio».
Mentre dal centrosinistra arriva il plauso dalle diverse componenti, con Franco Grillini, deputato dell’ Ulivo e presidente onorario di Arcigay che propone di modificare il nome in «ministero delle Famiglie», le critiche della Cdl vengono da tutti, in particolare dai cattolici di Udc e Dc, oltre che da Forza Italia, An e Lega.
L’ex ministro Carlo Giovanardi ritiene che «ogni giorno i nostri timori sulla deriva a sinistra di questo governo si dimostrano purtroppo sempre più fondati». E per il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, «I pacs, ovvero i matrimoni tra gay, sono un atto contro natura e la natura non si può violentare!».
L’unica posizione diversa nella maggioranza è quella del capogruppo Udeur alla Camera, Mauro Fabris: «Pel programma dell’Unione da noi sottoscritto non ci sono le modifiche legislative proposte dal ministro». Ma Barbara Pollastrini, ministro alle Pari Opportunità, annuncia che fra i primi atti che vuole proporre c’è un progetto di legge sulle unioni di fatto.
Sul piano istituzionale, poi, c’è la posizione del presidente del Senato, Franco Marini: la «famiglia è quella naturale prevista dalla Costituzione, questo è un cardine della nostra convivenza, ma il rispetto delle persone, l’estensione dei diritti civili alle forme anche diverse della convivenza, mi pare un dovere della società e della politica».
Sul confronto tra cattolici interviene il vicepresidente della Camera, Pierluigi Castagnetti (Margherita), che invita a discutere «pacatamente e senza pregiudizi». Ma per Michele Vietti, portavoce nazionale dell’Udc, quanto detto dalla Bindi sulle modifiche alla legge sulla fecondazione assistita e sulla «introduzione surrettizia del Pacs, sono i sintomi di una conversione al contrario».
E Francesco Giro, responsabile di Forza Italia per i rapporti con il mondo cattolico ha detto che «sui Pacs noi di Forza Italia saremo cattivissimi». Da An, Daniela Santachè parla di «grandissima delusione e amarezza», Alfredo Mantovano chiede alla Bindi di dire chiaramente cosa intende fare, mentre secondo Maurizio Gasparri «le ambigue affermazioni su Pacs e fecondazione dimostrano che vi sono alcuni settori politici di sedicenti cattolici che in realtà sono già proni di fronte alle pretesa della sinistra».