Originariamente inviato da figaro
Il concetto di "Particella elementare", con quel senso cosmogonico che porta con sé, suscita quella ricerca verso quell'Uno indivisibile e fondamentale che anima l'uomo da tempo immemorabile. E' con questa professione di principio che Michel, uno scienziato genetico, si dedica alla ricerca di un metodo per la riproduzione asessuata. Nel film Michel cita Einstein e sogna Huxley che con il suo "mondo nuovo" precognizzò la definitiva separazione tra sesso e amore, teorizzando un nuovo ordine sociale. Attraverso gli strumenti della scienza, Michel si prefigge una rottura con il passato, in modo tale da contestualizzare la propria condotta di vita asessuata.
Il fratello di Michel, Bruno è un professore di lettere e uno scrittore di libelli xenofobi. Nei suoi libri sfoga quella repressione sessuale che vede l'uomo moderno inibito nei suoi impulsi naturali. Allora per lui l'uomo negro è quell'essere primitivo libero dai condizionamenti, che il darwinismo sociale ha reso infelice e pieno di nevrosi. Invaghito di una sua provocante allieva, le fa delle avances che vengono respinte, portandolo in uno stato di esaurimento nervoso.
Non solo sesso, anche la morte. Torna il richiamo del mito. Eros e thanatos. La svolta nella vita dei protagonisti giunge sempre con l'appuntamento della morte. La morte è una delle leve che regolanoi rapporti nella società, un meccanismo risolutore, un innesco che porta a soluzioni radicali. E così a seguito della morte della madre hippie, i due fratelli ricevono la prima vera scossa della loro vita.
Bruno si reca in un campo nudisti. Michel fa visita alla sua unica e sola fiamma della giovinezza.
La società è quel sostrato di regole ambigue che turbano l'equilibrio, demoliscono le aspettative, fino a portare ad uno stato di nevrosi e avvilimento. La liberazione dei costumi sociali, con il libero amore a fare da puntello alla pace interiore, è un fallimento. E' palese come per Houellebecq la rivoluzione del '68 sia stata un fallimento. Il libero amore per la massa è solo un incentivo al disordine sociale, non c'è la virtù agognata, ma un surrogato, una pausa tra una solitudine ed un'altra.
La scena vietata nel locale di scambisti è una conferma di queste affermazioni. Bruno e la sua nuova compagna non consumano il loro amore insieme, ma cercano il godimento guardandosi mentre fanno sesso con estranei, rivelando tutta la distanza che li separa. Ed ecco nuovamente i limiti della società, laddove l'individuo cerca, attraverso questi artifici, di sentirsi meno solo. La solitudine diventa semantica di un sistema.
Torna nuovamente la morte a sparigliare le sorti dei protagonisti. Un sistema per funzionare ha la necessità dell'assoluta accettazione dei propri postulati o in ogni caso troverà un punto di equilibrio. La scena finale sulla spiagga con i protagonisti sulle sdraio e la successiva panaromica sui villegianti è questa: la società è assoluta aderenza ad un modello, non un modello di felicità ambizione, ma di convivenza e convenzione.