La relazione del presidente all'assemblea annuale degli industriali
Biagi, ambiente e infrastrutture: provvedimenti che non vanno buttati
Critico sulle prime avvisaglie dell'attività di governo. Ma resta il pieno
accordo sul taglio del cuneo fiscale. Referendum: nessuna posizione
di ROSARIA AMATO
ROMA - No a logiche da spoil system, sì invece alla concertazione tra le forze politiche e sociali per una modernizzazione del sistema che parta dalle riforme economiche per arrivare a quelle costituzionali. E' il filo conduttore della relazione del presidente Luca Cordero di Montezemolo all'Assemblea 2006 di Confindustria, stamane a Roma. "Le cose da fare - ha detto Montezemolo, che oggi entra nel suo terzo anno di mandato - sono molte e di grande portata.
Evitiamo tentazioni di bandiera. Non mettiamo mano alle cose buone che già ci sono, solo perché sono state fatte da altri. Concentriamoci sulle cose che restano da fare". Che per Confindustria sono naturalmente il riequilibrio dei conti pubblici, una riforma radicale della burocrazia e un sistema di norme che aiuti le imprese a decollare, a cominciare dall'abolizione del cuneo fiscale. Riforme che permetterebbero al sistema industriale di produrre al meglio, assicura Montezemolo: "Gli imprenditori sono pronti, prontissimi a mettersi in gioco, a intraprendere, a innovare, a proiettarsi nel futuro".
Ma dallo Stato, lamenta Montezemolo, gli impedimenti sono tanti. "Viviamo nella Repubblica dei veti. Penso di interpretare il pensiero di tutti nel dire una cosa solo apparentemente semplice - lamenta il presidente di Confindustria - lasciateci lavorare. Lasciateci creare nuove imprese. Lasciateci sviluppare quelle in attività.
L'autonomia. Le richieste che Confindustria fa al governo, ricorda Montezemolo, non intendono lederne l'autonomia. Ma l'autonomia (e il ricordo non può non andare allo scontro con l'allora presidente del Consiglio del governo al convegno di Vicenza), è un valore di estrema importanza anche per Confindustria: "L'autonomia è un valore importante per qualunque corpo intermedio della società contemporanea - afferma Montezemolo - Per Confindustria è l'unico modo di essere, è il nostro patrimonio genetico. Se anche un giorno ci trovassimo d'accordo al cento per cento con quello che fa un governo, non per questo potremmo smettere di essere autonomi".
Le cose da salvare: la legge Biagi. Tra le "cose buone", per Confindustria, c'è sicuramente la legge Biagi, che il nuovo governo non ha fatto mistero di voler perlomeno riformare. "Confindustria - ribadisce Montezemolo - lo ripeto, difenderà questa riforma che va completata con l'importante capitolo degli ammortizzatori sociali". "Noi non vogliamo lavoratori precari né imprese precarie - precisa - Vogliamo invece un sistema di imprese e lavoratori pronti ad assumere le nuove funzioni che si rendano necessarie per competere e crescere insieme".
Il Codice Ambientale. "Il Codice Ambientale recentemente approvato - afferma con forza Montezemolo - è un passo in avanti positivo e risponde alla necessità di riordino e di semplificazione delle norme in maniera coerente con queste finalità. Non può e non deve essere oggetto di logiche da spoil system. Né possiamo accettare che in materie così delicate si possa ogni volta ripartire da zero, come nel gioco dell'oca. I primi segnali di questi giorni - e non solo in questa materia - ci hanno molto preoccupato. In campo ambientale è stato fatto un buon lavoro che ci avvicina all'Europa e anche per questo va confermato".
Infrastrutture e grandi opere. Montezemolo non parla in particolare di Tav o di ponte sullo stretto, ma su infrastrutture e grandi opere lancia un messaggio preciso: "Le infrastrutture, la Tav, i grandi corridoi non possono essere una questione rimessa al consenso di ambiti locali. Sono temi determinanti per lo sviluppo futuro di tutto il Paese. Abbiamo detto che gli imprenditori giudicheranno il governo sui singoli atti. Sulle grandi opere ci aspettiamo uno scatto in avanti.
Le cose da fare: il riequilibrio dei conti pubblici. "La prima, grande preoccupazione - ricorda Montezemolo - è quella dei conti pubblici. L'equilibrio della finanza pubblica è la premessa per qualunque politica di sviluppo. E' fondamentale trovare il giusto equilibrio tra risamento dei bilianci pubblici e rafforzamento del potenziale di crescita". Per arrivare al passaggio successivo necessario: l'avvio di una politica economica di rilievo. "E' necessario che il governo riacquisti la capacità di fare politica economica, oggi menomata dall'assillo della quadratura dei conti pubblici".
La riduzione del cuneo fiscale. La riduzione del cuneo fiscale è una richiesta di Confidustria di lunga data. Montezemolo la ripropone anche oggi: "Serve una terapia d'urto. La nostra proposta è una riduzione di 10 punti in cinque anni: almeno cinque punti subito, per consentire alle imprese di agganciare la ripresa internazionale, gli altri nel corso della legislatura".
Le riforme istituzionali. "Le sole riforme costituzionali fatte fino ad oggi - accusa Montezemolo - non hanno ridotto i poteri di veto nell'ambito del governo centrale, mentre li hanno accresciuti nella catena decisionale che si dipana tra centro e poteri locali". Mentre per Confindustria "è necessario affrontare il tema di riforme della Costituzione volte a modernizzare l'organizzazione e il funziomento delle nostre istituzioni pubbliche. In un mondo dove tutto cambia a grande velocità, anche la nostra carta costituzionale può e deve essere oggetto di revisioni ed evoluzioni utili allo sviluppo del Paese".
Il referendum. E' per questo che, sul referendum di modifica costituzionale del 25 giugno, Confindustria non prende alcuna posizione ufficiale: comunque vada, dice Montezemolo, "la necessità delle riforme istituzionali non verrà meno".
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prima amici e ora nemici? mmmm che il collante che li teneva uniti contro berlusconi, con il caldo stia già iniziando a sciogliersi? :master: