In un intervista per il mucchio selvaggio Luttazzi ha così riassunto questo brano:
«Ripenso spesso a un episodio significativo del ’94, di cui parlo nel libro Adenoidi. Maurizio Costanzo invita tre neonazisti tedeschi, responsabili delle percosse a un muratore italiano emigrato in Germania, Vincenzo Carchedi. C’era anche lui sul palco, con Iacoviello di Repubblica, il neodirettore del Tg 5 Mentana, i tre neonazisti e il filosofo francese Levy, ebreo.
A inizio trasmissione, Costanzo dice la famosa frase: “Siamo in democrazia, in democrazia chiunque può parlare”. Dà la parola ai tre neonazisti, perfetti, puliti, sembravano tutti Charlie Sheen. Loro dicono: “Noi crediamo in città pulite dove poter crescere i nostri figli”. Applausi a scena aperta. Immagina: il Parioli che applaude tre neonazisti, e Costanzo che assiste alla scena come se fosse una cosa normale.
Soltanto Levy ha avuto il coraggio di parlare: “Attenzione – disse – è vero che in democrazia tutti possono parlare, ma queste persone hanno idee e bastoni, e hanno bastoni perché hanno certe idee. L’idea neonazista è un’idea violenta che la Storia ha già giudicato. Non può più essere riammessa nell’ambito argomentativo democratico”.
Al tempo Costanzo faceva fare la passerella finale agli ospiti, gli offriva un After Eight durante la puntata. Guardavo la trasmissione e mi chiedevo: e adesso Costanzo che fa? Fa fare la passerella ai neonoazisti? Gli fa ciucciare l’After Eight? Ha evitato entrambe le cose, segno ulteriore che era in malafede. Da quei piccoli fatti, capivi quello che stava montando e arrivando. Adesso, ci siamo. Quando tu, governo, permetti a quelli di Forza Nuova di manifestare per Le Pen o il fascismo, si travisa l’essenza della democrazia. La democrazia consente la parola a tutti coloro che non professano idee violente.»[