io sono dell'idea che mettere un rapporto 1:[qualchecosa] tra gli stipendi non sia poi cosi' giusto. sono piu' per la meritocrazia, nel senso che se sei uno che "vale" e che "rende" è giusto che tu venga pagato per quanto rendi e quanto vali.
se un dirigente, nell'ambito delle sue mansioni, genera utili o risparmi per milioni di €, credo sia giusto che guadagni estremamente di piu' rispetto all'impiegato che magari si limita a fare le sue 8 ore, magari anche in modo approssimativo.
ovvio che se poi il dirigente e' li' solo perche' e' figlio/cognato/marito/moglie/cugggino ecc. di qualcuno e non per effettive capacita' il discorso cambia, ma per il semplice fatto che in quella posizione c'e' qualcuno che è li' per qualche cosa di diverso dalle sue effettive capacita'.
secondo me, mettere un "tetto limite" è piu' una pezza che una soluzione, proprio perche' in certi posti ci sono piu' raccomandati che gente capace. la soluzione sarebbe cacciare gli incapaci, ma non sembra essere nella filosofia italiana.
PS: questo discorso vale quasi esclusivamente per il settore pubblico. nel privato, se il presidente di un'azienda si circonda di incapaci, sono fatti suoi. con i suoi soldi puo' fare quello che vuole.



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