Ma davvero non ci vogliamo rendere conto che è un problema culturale e sociale? Davvero vogliamo credere che questo modello competitivo e questo tipo di finanza che sta dominando ci porterà altrove che non nelle sacche della guerra e della prevaricazione? Cambiamo pure le leggi, ma dentro le leggi c'è ancora questa cultura che oggi ci fa convinti che cambiando il nome su una scheda elettorale la realtà possa cambiare.
Prendiamo una notizia a caso, dal Fatto Quotidiano: "Il primo agosto entra in vigore il limite da 240 mila euro e il superburocrate dell'Ars Sebastiano Di Bella - che guadagna il doppio - se ne va dopo soli 10 mesi di servizio. Salvando anche il relativo trattamento previdenziale. Il suo predecessore ha smesso di lavorare a 57 anni con un "cedolino" da 13mila euro al mese". Siamo alla Regione Sicilia, ma potrebbe essere una delle tante sacche di prezzolati statali che incamerano prebende senza aver risolto NESSUN problema di cui si dovevano occupare. Ora mi chiedo se quella moda dei forconi non fosse una parata di carnevale, visto che a me sembrano proprio questi i motivi per cui in Sicilia non se la passano bene, e invece se ne fa un problema di benzina.
È dunque davvero un problema economico o una questione di nomi, di scelte? Ad esempio, siamo sicuri che la centralità della questione italiana stia tutta nel fatto che i senatori si eleggano oppure no? Mi spiego: a cosa serve il senato? Facciamo un senato diverso per non dire che vogliamo abolirlo? E se i senatori non decidono leggi e non guadagnano soldi, davvero ce ne dovrebbe fottere qualcosa che vengano eletti o meno? Il succo non starebbe forse in che direzione sociale vogliamo andare? E se vogliamo un'economia diversa, non sarebbe importante aprire il dibattito in Europa? E per parlare, noi, in Europa, non sarebbe bene che smettessimo di essere indicati come i soliti ladri? E per non essere indicati come i soliti ladri, non sarebbe bene che chi se ne catafotte del fatto che spilla denari alle tasse della gente, come il signor Sebastiano Di Bella, se ne andasse a fare in culo?
Continueremo a fare nuove leggi, magari prive del decreto attuativo, continueremo a sommergere i burocrati di scartoffie per renderli ancora più impotenti e più indispensabili come gli eunuchi negli harem, continueremo a spremere quelli che già pagano che tanto son soldi sicuri, ma finché non facciamo un salto vero di qualità, magari guardando al di là delle nostre parrocchiette di partito, sarà sempre la solita merda.
Leggo, ad esempio, che il ministero dei beni culturali indice un bando per musicisti che suonino a gratis nei musei, non solo, devono anche farsi carico della propria assicurazione sanitaria. Se persino per il ministero l'arte è un hobby, come possiamo pensare che i cittadini capiscano il fatto che chi lavora deve essere pagato?
Nella terra dei furbetti i furbetti se la passano male, mentre i furboni agiscono nell'ombra.
Con tutto il credito che si può dare a Renzi, e Renzi qualcosa potrebbe combinare (per il poco che possa fare un politico ovviamente) un incontro con Berlusconi va bene, due incontri con Berlusconi passi, tre incontri con Berlusconi mi viene un sospetto, quattro incontri con Berlusconi gliela devi dare.
Tutto questo serve a distrarci. Il guaio è che quando capiremo da cosa dovevamo distrarci sarà troppo tardi.