Nella contraccezione le preferenze delle italiane passano dalla pillola al profilattico: il primo viene utilizzato nel 64,5% dei casi e la seconda nel 56,8. Ma il 37% delle donne del nostro Paese si affidano al coito interrotto, il metodo che prevede di interrompere il rapporto sessuale prima dell'eiaculazione. Con il risultato di dover ricorrere nel 10% dei casi a rimedi d'emergenza come la pillola del giorno dopo, percentuale che sale al 15% nella fascia tra i 18 e i 25 anni.
Lo indica un sondaggio online commissionato dalla Sigo (Societá italiana di ginecologia e ostetricia) ad Astra Ricerche e condotto sul sito www.sceglitu.it su 7.626 donne con più di 18 anni.
«I dati rispecchiano abbastanza fedelmente la realtà italiana, pur in rapporto a una popolazione selezionata, che usa Internet», ha commentato Alessandra Graziottin, direttrice del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano, illustrando i risultati dell'indagine.
CAMBIAMENTI PER FASCIA D'ETA'- Dal sondaggio emerge anche che le donne italiane non sono costanti nell'utilizzo di un metodo : le giovani utilizzano la pillola in percentuale più alta rispetto la media nazionale, e c'è un forte abbandono dell'uso del preservativo in particolare nelle coppie stabili (dal 76% al 33%). «Un elemento da considerare con attenzione - aggiunge Graziottin - se pensiamo che dai 35-40 anni in avanti si assiste parallelamente ad un aumento netto dei tradimenti». «Esiste ancora un elevato numero di donne - continua la ginecologa - che si possono collocare nella categoria di chi si fida e si affida: usa poco il profilattico nella relazione di coppia, pur sapendo che c'è un aumento netto di rapporti extra-coniugali. E questo fidarsi/affidarsi in qualche modo significa anche delegare al partner la propria sicurezza», arrivando a confermare che «il fattore maschile gioca sempre un ruolo molto potente nella scelta contraccettiva». Anche perchè fra chi, invece, non sceglie alcun metodo contraccettivo (8 su 100 secondo l'indagine) - precisa la Graziottin - il 41,5% indica come consulente il proprio partner. Dunque l'uomo ha un ruolo importante nell'adozione o meno di un metodo anticoncezionale. Per questo occorrerebbe studiare campagne informative rivolte anche a lui».
Il profilattico sembra una scelta più delle giovanissime, «ma non una regola: prova ne è che dagli anni '80 il ricorso all'aborto è crollato in tutte le fasce d'etá nel nostro Paese, tranne che nelle adolescenti», dice la Graziottin. Altro segnale è il ricorso a contraccettivi d'emergenza. «Nel 2005 ne sono state consumate circa 340.000 confezioni», dice la ginecologa.
CON CHI NE PARLANO - Ma con chi parla di questi argomenti la donna italiana? «Fra le più colte e moderne il 64% si rivolge al ginecologo, il 36% alle amiche, il 22% al partner e solo il 10% alla mamma». Ancora meno sono quelle che chiamano in causa il medico di famiglia, pochissime si affidano a radio e tv. «Non solo, secondo la ginecologa sarebbe bene parlare di contraccezione e sessualità a scuola, fin dalle medie: «Con delle lezioni ad hoc nell'ora di Scienze».
IL GINECOLOGO IDEALE - Secondo il sondaggio fra le giovani sotto i 25 anni ben il 27,5% non è mai andata dal ginecologo. E i dati emersi dalll'indagine «sono estremamente utili per indirizzare il nostro lavoro quotidiano - sottolinea Arisi - anche perchè emerge l'identikit del ginecologo ideale. Per il 70% deve essere un medico-consulente, capace di ascoltare corpo e mente delle donne e di metterle a proprio agio. Il 61% chiede che sia anche abile nel comunicare nel modo migliore. Per il 40%, poi, deve occuparsi non solo di contraccezione, ma anche di sessualitá». Infine, un terzo delle cybernaute preferirebbe affidarsi a un medico donna.
24 ottobre 2006
Dal Corriere.it
Un po' altino, pensavo di meno sinceramente...