Nei giorni scorsi, i più importanti quotidiani del Regno hanno pubblicato in prima pagina la foto che vedete qui a fianco: re Abdullah e il principe ereditario Sultan Bin Abdel Aziz circondanti da una ventina di donne sorridenti al termine di un incontro pubblico a Najran, nel sud del paese. Una rivoluzione: mai prima d'ora, in un paese dove il 90% delle donne gira completamente velata - con un piccolo spiraglio per gli occhi come unica concessione al mondo esterno - si erano mai visti così tanti sorrisi femminili sulle pagine di un giornale.
Mai prima d'ora un'immagine aveva mandato un segnale politico tanto chiaro: che è tempo di integrare le donne nella vita del paese.
Quest'idea da sempre è il segno distintivo del regno di Abdullah e, sostengono gli analisti, sarà la sua grande eredità politica[...] Un religioso che ha osato criticare pubblicamente l'iniziativa è stato licenziato nel giro di pochi giorni.
Per capire la portata della rivoluzione, occorre forse spiegare il contesto: l'Arabia Saudita è il paese più conservatore del mondo, dove tutte le donne - straniere comprese - sono obbligate a indossare l'abaya (una veste nera che le copre da capo a piedi), non possono lavorare né viaggiare senza l'autorizzazione del marito o del padre, non possono guidare (caso unico al mondo) e dove la polizia religiosa vigila che nessuna signora sieda in un locale pubblico o in un'auto con un uomo che non sia uno stretto familiare: pena il carcere.