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Mezza e mezza
(e c'è dietro dell'incaxxatura per come son gestite alcune cose, e per come una certa "istituzione" abbia "unione" nel nome ma di Unione non ha una fava -.-)

Ecco su una cosa siamo d'accordo "Unione" direi "Unione di sta cippa"

[Risposta seria] Se io avessi la certezza matematica che i profughi siano Siriani con bambini scappati dalla guerra, per quanto sia razzista e prevenuto gliene darei anche 100 di euro al giorno e farei di tutto
per metterli a loro agio nel nostro paese.
Il problema è che questo non lo possiamo sapere con certezza ne io e nemmeno tu, non so tu ma io non mi prendo colpe e per rispondere al papa non mi "vergogno" per una situazione di cui non ho la minima responsabilità. [/Risposta seria]

[Risposta mezza e mezza] Nel Frattempo mentre le nostre certezze prendono forma, se la prenderanno mai, puoi prendere la patente per guidare i Bus e andare a lavorare alla periferia est della nostra capitale. [/Risposta mezza e mezza]

Scoppia la guerra contro gli immigrati Un’autista del bus assalita da 40 rifugiati. Botte tra residenti e africani: due feriti
È guerra tra romani e immigrati alla periferia est della Capitale. La scintilla che ha fatto infuriare i residenti è l’aggressione a Elisa De Bianchi, la 33enne autista dell’Atac che sabato sera è stata assalita a San Vittorino da un gruppo di 30-40 africani mentre era di ritorno con il suo bus 042 da Corcolle. Ha rischiato di essere linciata, il suo autobus è finito in officina con un vetro distrutto da sassi, pugni e bottiglie di birra. I residenti, ieri sera, hanno deciso di rispondere con una manifestazione in mezzo alla strada. E gli africani, quasi tutti rifugiati, sono stati fatti scendere a forza da un altro autobus che stava transitando. Ne è nato un tafferuglio con un due feriti lievi tra gli stranieri.


Gli animi sono esasperati. Il boom di immigrati sta creando molto malumore tra chi vive alla periferia della città. Fortunatamente la conducente dell’autobus aggredita ne è uscita sana e salva. Ma i medici sospettano che lo choc le abbia procurato un «leggerissimo infarto del miocardio» e verrà sottoposta ad ulteriori accertamenti per fermare l’eventuale attacco di cuore e scongiurare drammatiche complicazioni.
Quel che è certo, è che la giovane se l’è vista davvero brutta. «Stavo ritornando dal capolinea di Corcolle - racconta Elisa - e percorrevo la via Polense. A un certo punto, vedo che ad aspettare l’autobus alla fermata c’erano un gruppo di 30-40 ragazzi di colore. Non è una novità, ce ne sono tantissimi che, specie nelle ore serali, vanno e vengono con l’autobus». Ma stavolta, c’era qualcosa di diverso. «Li vedo quasi tutti con la birra in mano. A un certo punto, uno di loro scaglia una bottiglia piena verso l’autobus e mi spacca il vetro. Io mi spavento ma mantengo la calma, non faccio la fermata e vado via». Elisa percorre un altro chilometro, poi accosta e chiama in rimessa. «Ho comunicato quanto accaduto - prosegue - mi hanno detto di riportare la vettura in deposito e, se me la sentivo, di prenderne un’altra. Per me non c’era problema, in fondo non era accaduto nulla di grave». La telefonata dura circa un quarto d’ora. Poi Elisa riparte, ma poche centinaia di metri dopo, ritrova lo stesso gruppo di africani che, probabilmente, avevano preso un altro autobus (che nel frattempo aveva superato lo 042 di Elisa) ed erano scesi per aspettarla. «Me li sono ritrovati di nuovo davanti - continua - si sono messi per strada, bloccando l’autobus, e hanno iniziato a prendere a calci la vettura». La donna è spaventata, gli aggressori sono inferociti, le gridano «ti uccidiamo puttana, apri» e prendono a sassate e bottigliate il bus. «Credevo di morire - racconta - Se fossero entrati, non so cosa mi avrebbero fatto. Ho preso il cellulare e ho chiamato i colleghi. A quel punto, forse, gli aggressori pensavano che stessi chiamando la polizia. Così si sono aperti un attimo. Appena ho visto il varco, ho schiacciato il piede sull’acceleratore e sono scappata. Guidavo e piangevo, è stata un’esperienza terribile».
Ora toccherà alle forze dell’ordine individuare i responsabili. Stando alle dichiarazioni dell’autista aggredita, gli aggressori dovrebbero ricercarsi all’interno dei numerosi centri di accoglienza per rifugiati politici che si trovano nel Municipio VI. Fra la Casilina e la Prenestina è infatti concentrato circa il 60% dei rifugiati di tutta Roma, stando ai dati forniti dal Municipio. Due mesi fa, si contavano circa 1.300 «ospiti», fra stanziali e nuovi richiedenti asilo, per un totale di 15 centri di accoglienza aperti da tempo o preventivati per altri futuri sbarchi. In totale, la Capitale già accoglie circa 5.000 richiedenti asilo e rifugiati. La protesta di ieri sera dei residenti sarebbe motivata anche dal fatto che gli africani autori dell’aggressione all’autista del bus sarebbero dei nuovi arrivati. Il presidente del Municipio VI, Marco Scipioni, è furibondo: «Pare che tre giorni fa abbiano fatto arrivare altri immigrati all’insaputa di tutti, questo territorio è ormai allo stremo. È inaccettabile che il Municipio non sia stato informato. Siamo al fianco dei cittadini».
Intanto, oltre al sindaco Marino, che chiede «di fare piena luce su quanto accaduto», anche l’Atac ha inviato la propria solidarietà alla sua dipendente aggredita: «Auspichiamo che si avvii una riflessione da parte di tutti gli organi preposti e assicuriamo il nostro impegno per garantire la massima attenzione alla sicurezza».