Ciao,
probabilmente c'è un po di confusione delle normative, forse parli dello sfruttamento dei diritti esclusivi di utilizzazione economica che spettano al datore di lavoro, ma l'autore è proprio lei...
Dunque... un sito web è un programma per elaboratori a tutti gli effetti, quindi :
DECRETO LEGISLATIVO 29 dicembre 1992, n. 518
Attuazione della direttiva 91/250/CEE relativa alla tutela giuridica dei programmi per elaboratore. (GU n. 306 del 31-12-1992 - Suppl. Ordinario n.138)
Entrata in vigore del decreto: 15/1/1993
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Visto l'art. 7 della legge 19 dicembre 1992, n. 489, recante delega al Governo per l'attuazione della direttiva 91/250/CEE del Consiglio del 14 maggio 1991, relativa alla tutela giuridica dei programmi per elaboratore;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 dicembre 1992;
Sulla proposta del Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie e per gli affari regionali, di concerto con i Ministri degli affari esteri, di grazia e giustizia e del tesoro;
E M A N A
il seguente decreto legislativo:
Art. 1.
1. All'art. 1 della legge 22 aprile 1941, n. 633, e' aggiunto il seguente comma:
"Sono altresi' protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della Convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399".
Questo significa che attualmente la legge che tutela i diritti/doveri in materia di software è la legge 22 aprile 1941, n. 633 (puoi leggere il suo testo : http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm) successivamente integrata in alcune parti dalla Legge 18 agosto 2000, n. 248 (http://www.parlamento.it/parlam/leggi/00248l.htm) che ne sostituisce alcuni articoli, ma non l’articolo 20, ne il 6 ne il 7, che sono quelli che attualmente ci interessano. Il 6 e il 7 stabiliscono chi sia l’autore del software, il 20 stabilisce che in ogni caso qualsiasi voce di contratto in materia di cessione di paternità sarebbe nulla. Anche qui cito testualmente gli articoli :
Art. 6
Il titolo originario dell'acquisto del diritto di autore è costituito dalla creazione dell'opera, quale particolare espressione del lavoro intellettuale.
Art. 7
E' considerato autore dell'opera collettiva chi organizza e dirige la creazione dell'opera stessa.
E' considerato autore delle elaborazioni l'elaboratore, nei limiti del suo lavoro.
Art. 20
Indipendentemente dai diritti esclusivi di utilizzazione economica della opera, previsti nelle disposizioni della sezione precedente, ed anche dopo la cessione dei diritti stessi, l'autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell'opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione.
Tuttavia nelle opere dell'architettura l'autore non può opporsi alle modificazioni che si rendessero necessarie nel corso della realizzazione. Del pari non potrà opporsi a quelle altre modificazioni che si rendesse necessario apportare all'opera già realizzata. Però se l'opera sia riconosciuta dalla competente autorità statale importante carattere artistico spetteranno all'autore lo studio e l'attuazione di tali modificazioni.
inoltre, come potrai notare nella sezione II della legge 633 (a prescindere da eventuali contratti e/o accordi), qualsiasi attribuzione non veritiera di paternità (tra le altre possibili violazioni), sarebbe punibile sia con sanzioni, ma anche con pene più severe, questo perché (dovrebbe essere questa la motivazione, ma ancora non ho trovato riscontro con leggi nel codice) andrebbe a ledere il naturale diritto del consumatore di essere a conoscenza del reale autore.
Direi che sta in una botte di ferro, basta che non si faccia intimorire dall'avvocatuccio compiacente di turno (che magari si vuole prendere la parcellina) che li manda una raccomandata intimidatoria...
La legge è chiara e ci sono diverse sentenze a livello europeo, appena ne ritrovo una la posto.


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