Detto questo, ecco arrivato il tipico maschio che "la mamma a casa col bimbo, mica può lavorare se deve badare al figlio".
Scusa il figlio lo fa da sola o arriva per grazia concessa? E' ovvio che avrà delle persone che l'aiutano, sia il padre, la famiglia o anche delle persone pagate per farlo. E si non mi farebbe schifo guadagnare tanto da potermi permettere una persona che si occupi delle pulizie e dei figli mentre io posso continuare a fare proficuamente il mio lavoro. Tanto vale non farle studiare a sto punto le donne, tanto se poi non devo premiarle o metterle in condizioni di andarsene al primo figlio, tanto vale investire risorse statali in altro.
Detto questo, persone come la Madia, ma ricordo anche la Gelmini, la Hunziker non sono un esempio negativo, sono l'esempio che lo stato italiano dovrebbe decidersi a seguire: loro possono continuare il proprio lavoro perché pagano delle persone che le aiutino. Se si investe in modo da poter garantire questo aiuto anche alle fasce meno abbienti, la produttività di una neo-mamma non cala.
L'evoluto nord impone la paternità, i cugini francesi hanno investito molto sugli asili, sono tanti i complessi in cui piccole/medie aziende si associano per avere un asilo comune, in modo da consentire alle neo-mamme di avere i figli vicino e poter continuare a lavorare. In Italia? Assegno alla nascita, qualche detrazione in busta paga (che non copre le spese di asili e istruzione) e quote rosa per imporre una presenza che in realtà nessuno vuole.
E' la lotta "stupidità maschilista vs quote rosa", l'unica che perde qui è la donna.
Da donna: mi farebbe schifo avere un posto perché obbligati dalla legge alla nomina di un esponente del gentil sesso, come mi fa schifo vedermi sminuita in quando probabile futura partoriente.