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  1. #11
    Utente di HTML.it L'avatar di hfish
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    finire in carcere in italia è davvero difficile... davvero davvero difficile.

    un condannato in primo grado o in attesa di primo grado è ancora più difficile che stia in carcere. ci sta di solito per tre motivi: pericolo di reiterazione del reato, pericolo di fuga, pericolo di inquinamento di prove.

    penso chela soluzione sia costruire nuove carceri, non lasciare uscire, di nuovo, chi è dentro.
    chi sbaglia paga. questa idea deve passare forte nella mente di tutti, italiani e stranieri che vengono in italia.
    ora vige l'idea opposta, e infatti siamo alla mercè di ogni tipo di delinquenza.

    io sono molto molto favorevole al carcere come punizione anche per pochi giorni per piccoli reati, penso servirebbe come forte deterrente psicologico. esempio a caso. il ragazzino di 16 anni che allaga la scuola o imbratta muri e vagoni del metrò con lo spray potrebbe ben farsi un paio di notti in carcere in isolamento, e vedendosi privato di tutto acquisterebbe sicuramente una nuova consapevolezza delle libertà che ha e che non deve perdere. certo, non lo metterei nello stesso braccio di assassini e stupratori, ma l'idea è che la punizione ci deve essere e deve essere memorabile.
    Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene, quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva paura o ripugnanza del serpente.

  2. #12
    Quote Originariamente inviata da lnessuno Visualizza il messaggio
    Bravo, proprio quel genere di tortura che l'Italia fa da sempre e che ora che B. è stato condannato si è ricordata che "oh... eh ma bisogna fare qualcosa, poverini".
    A dir la verità siamo al 3/4 indulto negli ultimi 20 anni, andando a memoria.
    Purtroppo le ultime riforme o pseudo riforme della giustizia erano leggermente sbilanciate per alcuni scopi e non proprio nobili; una riforma sarebbe davvero auspicabile, per garantire un giusto processo in un giusto tempo.
    Per la situazione carceraria, io ho visto S. Vittore durante il servizio millitare... altro che due anni, lì non ci resterei due ore

  3. #13
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    Sì vabbe'... anche per la pedofilia non si rischia l'ergastolo o la violenza famigliare, ad esempio, è improponibile quello che dici. Dovrebbe essere esaminato caso per caso (quindi un ulteriore ingolfamento della giustizia, con "processi" su processi)... mesi ed anni per fare una cosa del genere, non prendiamoci in giro con soluzioni cotte e mangiate quando sono impossibili da praticare.

    Ho già capito che è una battaglia ideologica di M5s per riprendersi i voti che ha abbondantemente perso e pertanto è inutile discuterne...
    Cazzate. Una soluzione del genere sarebbe molto più giusta e praticabile che non un "liberi tutti" che non serve a niente, sarebbe sufficiente stabilire dei parametri in base al tipo di reato.

    Tra l'altro quella del "liberi tutti" è una soluzione già stata provata in passato. Non servì a nulla perché nel giro di poco i due terzi di chi fu scarcerato tornò in carcere per altri reati. Dobbiamo rifarlo ogni qualche anno in attesa che una soluzione perfetta che non arriverà mai? O vogliamo rifarlo solo perché aiuterebbe B.?

    http://www.ristretti.org/Le-Notizie-...a-a-napolitano
    Due anni più tardi, uno studio del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria indicava che l’11,9% degli indultati erano tornati in carcere dopo appena cinque mesi. Più in generale, da una popolazione carceraria di 60mila persone, alleggerita di circa 26mila unità grazie all’indulto nel luglio 2006, si era già risaliti a 43mila detenuti nel giugno 2007.
    All’Associazione bancaria italiana, invece, risultavano improvvisamente raddoppiate, dopo un mese dall’indulto, le rapine in banca. Più delinquenti in libertà equivale automaticamente a un maggior numero di reati contro il patrimonio, spiegava uno studio dell’Abi.

    Se i costi sociali superano i benefici, i partiti ritengono più saggio non assumere iniziative affrettate, soprattutto a ridosso di scadenze elettorali particolarmente cruciali. Tanto più che lo stesso ministro Severino è pronta a fornire numerosi argomenti contrari alle misure eccezionali. Ieri l’ha spiegato persino al riformatorio campano: “La stessa domanda sull’amnistia mi è stata rivolta da due ragazzi che ho incontrato. Ho detto loro che non bisogna restare con le mani in mano attendendo che ci siano le condizioni per l’amnistia”.
    Semmai, sostiene che “si devono fare interventi strutturali che consentano di mantenere il numero detenuti compatibile con il decoro, e insistere perché le misure alternative alla detenzione diventino realtà operativa. Se si fa l’amnistia ma non c’è il mezzo per combattere la recidiva i numeri si raggiungeranno di nuovo”.

  4. #14
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    finire in carcere in italia è davvero difficile... davvero davvero difficile.
    Tu dici?

    A me non sembra proprio...

    "Da quando è entrato in vigore il nuovo codice del 1989, le carceri italiane sono piene di persone ingiustamente detenute. E su questo incidono non solo molti stranieri, ma moltissimi cittadini in carcerazione preventiva, cioè in carcere senza un processo. Circa 20.000 sono detenuti in attesa di giudizio, e un terzo di questi sarà assolto."
    Primo Ministro Conte: "Sarà un anno bellissimo!"

  5. #15
    Utente di HTML.it L'avatar di Reiuky
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    Bravo, proprio quel genere di tortura che l'Italia fa da sempre e che ora che B. è stato condannato si è ricordata che "oh... eh ma bisogna fare qualcosa, poverini".

    Per liberare le carceri è URGENTISSIMA una riforma della giustizia. Non ci può volere un ventennio per un cazzo di processo. Si mette un limite più ragionevole e si punisce chi di dovere se si sfora nei tempi.

    Nel frattempo tutti coloro che stanno in carcere in attesa del processo finiscano ai domiciliari, perlomeno chi ha una pena "minore" (chi non rischia l'ergastolo, per intenderci, e tutte le pene inferiori ad XY anni).

    Non lo dico a caso: a settembre scorso le carceri italiane avevano 45.568 posti. I detenuti erano circa 67mila, di cui quasi 15mila in attesa di giudizio ed altri 6 mila in attesa dell'appello. Basterebbe quello per rientrare ampiamente nelle capacità "civili" delle carceri. Senza scarcerare nessuno né far finta che non abbiano commesso alcun reato, come Napo vorrebbe fare con B. ed una schiera di altri condannati.
    Anche io ho idea che si siano accorti del sovraffollamento delle carceri solo per dare l'indulto a B.

    Che poi non ha senso: te il reato l'hai commesso (o, almeno, hanno giudicato che l'hai commesso). Mi starebbe quasi bene dire "per queti reati, non vai più in prigione ma X", ma il reato l'hai commesso. Non ha senso cancellartelo.



    @ sirmark
    Facciamo finta, al contrario, che nelle carceri ci va solo chi ha effettivamente commesso un reato. Come te dici "la pessima condizione delle carceri è un deterrente".
    Bene. Vediamo che dicono le statistiche? Le statistiche dicono che la prevenzione al crimine non si fa con i deterrenti. Quando c'era la pena di morte (massimo deterrente) la criminalità non è diminuita. Quanto è stata tolta non è aumentata.
    A volte penso che, nel darci l'intelletto, la natura sia stata più sadica che generosa.

  6. #16
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    Per inciso, in una relazione parlamentare si disse che due anni dopo quell'indulto tornarono in carcere 20mila persone. Su 26 mila.

    Che risultato!

  7. #17

  8. #18
    Il problema è il solito problema italico: si agisce sugli effetti e non sulle cause

  9. #19
    Utente di HTML.it L'avatar di Linkato
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    Per inciso, in una relazione parlamentare si disse che due anni dopo quell'indulto tornarono in carcere 20mila persone. Su 26 mila.

    Che risultato!
    Che sono i dati di Gasparri? Le commissioni parlamentari sono politiche e forniscono dati come gli pare a loro... preferisco i dati del Ministero della Giustizia, se permetti, non le diatribe politiche con dati falsificati (come ogni buon sociologo potrebbe spiegarti, pur sembrando esatti).

    "L’indulto 2006 dimise 27.965 soggetti agli arresti in carcere. Di questi sono tornati in cella in 8.477 (ovvero, il 30,31%: meno della metà di quel 68% prima ricordato); altresì, rimise in libertà 7.829 soggetti beneficiari di misure alternative alla detenzione: di questi sono tornati in carcere in 1.705, il 21,78% (la media ordinaria, per questa modalità di espiazione della pena, è del 30%).

    Nel complesso, sono state 35.794 le persone che hanno beneficiato di quello sconto di pena riacquisendo piena libertà: il tasso di recidiva è il 28,45% (i dati sono aggiornati al 30 giugno 2009 e sono elaborati su statistiche del ministero della Giustizia). E non è suscettibile, questo tasso, di vertiginose impennate: visto che tutti gli studi - e quello di Torrente e Manconi non fa eccezione - suggeriscono come chi torna in carcere, nella maggior parte dei casi, lo fa nei primi o nei primissimi mesi dalla messa in libertà."
    Primo Ministro Conte: "Sarà un anno bellissimo!"

  10. #20
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    Ok, bene.

    Liberi tutti e speriamo che quelli che escono e che rientreranno non sceglieranno me o te come vittime dei loro prossimi reati, ma che optino per qualcun altro, giusto?

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