Noi non obbediamo al vaticano perché la religione per noi deve essere distinta dalla legge.
Fa parte di una libertà di autodeterminazione che in giro per il mondo trova espressione in modi diversi.
Da noi rubare è perfettamente normale, la corruzione è un fatto endemico, andare a puttane no ma lo si fa ugualmente, ci si spara per una partita di calcio, si ammazza per qualche bigliettone e non abbiamo alcuna sensazione di ipocrisia nel vedere e tollerare (con indifferenza) genocidi che vanno avanti da anni, commessi in alcune parti del mondo, mentre ci commuoviamo fino ad auspicare la pena di morte (a cui di base siamo contrari) se qualcun altro imbraccia un fucile ed ammazza qualcuno "dei nostri". Potremmo andare avanti per giorni.
Ciò che afferma il sultano del Brunei, con cui concorda il mio amico (e parecchi suoi connazionali, a giudicare dalla quantità di like che si sta prendendo) è: è giusto che una società profondamente ipocrita nel giudicare i propri problemi venga ad imporre sanzioni sulle decisioni che noi prendiamo per noi stessi?
Sarebbe estremamente diverso se quelle decisioni venissero prese contro il parere del popolo. Ma ho l'impressione che chi ha mai avuto la fortuna di chiacchierare con gente del posto saprà quando quelle norme loro le vivono come una tutela per loro stessi, più che un'imposizione.
Che poi, l'intolleranza è anche uno dei motivi per cui non amano le culture occidentali...
Stai facendo un discorso del cavolo.
1) Se il popolo è d'accordo, è giusto ripristinare la schiavitù?
2) inasprire le punizioni serve a qualcosa se non le si rende più certe?
A volte penso che, nel darci l'intelletto, la natura sia stata più sadica che generosa.