Comunque più che altro c'è da chiedersi quando considerare una persona italiana. Io non ho molte risposte se non le solite non-proprio-universali... e se prima si chiarisse bene questo concetto?

Io ho conosciuto (come immagino molti di voi) italiani con delle caratteristiche poco determinanti non esattamente "italiane", ma se mi avessero messo in una stanza bendato con loro (magari avessero cambiato l'accento o cose simili), parlandoci non mi sarebbe mai venuto in mente che potessero non essere italiani da sempre. Infatti ognuno di questi lo era o quasi. Tutti stavano in italia da almeno 2/3 della loro vita (e va beh lo ammetto, il campione non fa testo è troppo piccolo). Per gli altri che incontro la prima cosa che mi chiedo dopo 10 secondi di "parole" vaghe è quale sia la loro storia, cosa li ha portati in italia... Ecco, questo è il mio "metodo", conoscendoli singolarmente non è difficile distinguere un italiano "vero", da uno che all'atto pratico non si può definire tale.
Io francamente ho trovato solo il tempo come metodo per non distinguere un italiano da uno straniero (ma al di là della cittadinanza). E questo vale ovviamente anche per chi è qui da tanto e la cittadinanza magari non la ha e non la vuole. ci parli e ti accorgi che sono comunque italiani nel modo di... boh tutto. Poi ovviamente io sono fortunato ad avere incontrato finora solo persone che volevano vivere come "me", all'italiana diciamo. Ma non sempre è così.
Se poi dare la cittadinanza serve a scopi umanitari è un altro discorso (e se ne può anche discutere in altri termini), ma se vogliamo parlare di "italiano o no", allora chiariamo cosa per la maggior parte della gente significa italiano.