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  1. #1
    Utente di HTML.it
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    Quote Originariamente inviata da Darksky Visualizza il messaggio
    Con i livelli di contratto e i loro minimi salariali ti ci pulisci il deretano, cosi' come con la tua laurea perche' in un mercato del lavoro come quello italiano di gente con la tua stessa laurea ne trovano a milionate, fuori ad aspettare in coda alla porta delle HR.
    E caro il mio architetto, gran parte delle cose che hai chiesto qui le trovavi online con un piccolo sforzo con google. Ad iniziale dai minimi retributivi che fanno ridere o polli.
    Cio' che conta alla fine e':
    1) Qualita' della posizione di lavoro: e' qualcosa che ti permette di crescere, fare esperienza, elevarti professionamente dalla massa ?
    2) DANARO. Quanti dannati soldini ti danno per il tuo lavoro
    3) Solidita' dell'azienda. Che rischio c'e' che questi vadano a gambe all'aria fra qualche anno ?

    I titoli lasciali a chi si riempe la pancia con questi. Al piu' fai attenzione ai titoli soltanto quando questi possono implicare qualcosa concretamente in peggio o in meglio per te.
    In quale paese vivi, caro il mio ....? io vivo in un paese dove ogni giorno ci bombardano con il fatto che mancano ingegneri (non architetti) e le associazioni di imprese esortano i giovani a studiare materie tecniche non certo perchè di ingegneri ce ne sono milionate. Quello che è vero è che la situazione di m..... in cui ci troviamo dipende dal fatto 1) che tanti nostri (geniali) imprenditori preferiscono mandare via un lavoratore formato affidabile e magari bravo, pur di risparmiare due lire sullo stipendio di un altro 2) che ci sono tanti giovani disperati che accettano un contratto da garzone del droghiere anche con una laurea in tasca 3) dal massimalismo imperante e da gente come te che ritiene che con una laurea ci si deve pulire il culo, alias "che ci andate a fare all'università? andate a fare tutti i commessi nei supermercati"
    Tra l'altro l'azienda per cui lavoro non l'ho contattata io, mi hanno chiamato loro scegliendo da almalaurea tra i migliori laureati. per quale perverso meccanismo allora quando ti scelgono vogliono una buona laurea e non pescano nelle "milionate" quando ti devono pagare la laurea diventa carta igienica?
    Ultima modifica di linge; 16-11-2018 a 11:35

  2. #2
    Quote Originariamente inviata da linge Visualizza il messaggio
    3) dal massimalismo imperante e da gente come te che ritiene che con una laurea ci si deve pulire il culo, alias "che ci andate a fare all'università? andate a fare tutti i commessi nei supermercati"
    ?
    E dove avrei scritto "che ci andate a fare all'universita' ? andate a fare tutti i commessi nei supermercati ?".

    Ho solo cercato di farti capire che oggi giorno avere una laurea con zero o quasi esperienza lavorativa non significa automaticamente essere merce rara e preziosa per il mercato del lavoro. Il pezzo di carta me lo sono sudato anche io, anni fa e fra l'altro quando non c'era il 3+2 e alcuni professori facevano vanto pubblicamente in aula che i loro esami scritti li passavano non piu' del 5% dei partecipanti.
    Il mazzo me lo sono fatto anche io e so bene cosa vuoi dire e quali sono ora le tue aspettative in termini di ricompensa del mazzo che ti sei fatto.
    Ma il mondo del lavoro e' altra cosa, per fortuna o purtroppo. C'e' un mercato, c'e' domanda ed offerta. Tu sei l'offerta, di questa offerta ce ne e' tanta. Mettiti nei panni ora della domanda. La laurea in se' non e' piu' una merce rara come poteva essere 50 anni fa. Chi ti assume non deve mica ricompensarti per il mazzo che ti sei fatto all'universita' ma per quello che gli darai in cambio in termini professionali.
    E questo e' quanto sul discorso "aoo so laureato, datemi i sordi".

    Per quanto riguarda accettare o meno stipendi ridicoli, io farei dei distinguo. Si gli articoli di giornale citano sempre le associazioni di industriali che piangono perche' non trovano ingegneri. In realta' piangono perche' non trovano ingegneri a quattro lire come vorrebbero. Pero'...se l'alternativa e' la disoccupazione e farsi mantenere a 30 anni da papina e mammina, allora meglio prendere il lavoro non pagato bene giusto almeno per fare curriculum ed esperienza e nel mentre cercare di meglio. Cio' che secondo me e' da rimproverare e' proprio il non continuare a cercare di meglio, non cambiare azienda, vuoi perche' alla fine si vuole rimanere in una comfort zone vuoi perche' a furia di mettersi a pecora non ci si ricorda piu' quale sia la posizione eretta e che ti stanno inchiappettando. Ci si dimentica di restare incazzati e vigili. Ho conosciuto persone che alla fine accettavano come totalmente normale (ritenendosi anzi fortunati) lo status quo di vedersi pagati 1600-1700 netti al mese dopo 7-8 anni di esperienza (ambito IT, SAP, Milano).
    Io personalmente ci ho provato per 9 anni poi ho detto ciao ciao Italia.

  3. #3
    Utente di HTML.it
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    Quote Originariamente inviata da Darksky Visualizza il messaggio
    E dove avrei scritto "che ci andate a fare all'universita' ? andate a fare tutti i commessi nei supermercati ?".


    Ma il mondo del lavoro e' altra cosa, per fortuna o purtroppo. C'e' un mercato, c'e' domanda ed offerta. Tu sei l'offerta, di questa offerta ce ne e' tanta. Mettiti nei panni ora della domanda. La laurea in se' non e' piu' una merce rara come poteva essere 50 anni fa. Chi ti assume non deve mica ricompensarti per il mazzo che ti sei fatto all'universita' ma per quello che gli darai in cambio in termini professionali.
    E questo e' quanto sul discorso "aoo so laureato, datemi i sordi".

    .
    In fondo sono d'accordo con te su tutto 0 quasi ma non sul fatto che e' colpa del mercato e tu ne sei, a quanto ho capito un esempio vivente perchïe' credo che anche all'estero dove lavori tu esista il mercato ma il trattamento e' diverso.
    nessuno poi chiede a qualcuno di pagare la mia laurea ma per prendere la laurea, anche se non e' quella dei tuoi tempi, qualcosa piu' del commesso di supermercato ho fatto, e se tu vuoi un laureato non gli fai lo stesso contratto che fai al commesso senno' chiama il commesso a fare questo lavoro. No, non e' il mercato e' la poca lungimiranza dei nostri imprenditori dettata dall'ingordigia che non fa andare avanti ne noi ne l'italia.
    poi se mi parli di valorizzare l'esperienza sfondi una porta aperta ma quello e' il passo successivo e d'altra parte se dopo un anno e mezzo offri ad un tuo lavoratore un contratto peggiore, dove sta la valorizzazione dell'esperienza?
    Ultima modifica di linge; 16-11-2018 a 18:14

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di Max Della Pena
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    Quote Originariamente inviata da linge Visualizza il messaggio
    In fondo sono d'accordo con te su tutto 0 quasi ma non sul fatto che e' colpa del mercato e tu ne sei, a quanto ho capito un esempio vivente perchïe' credo che anche all'estero dove lavori tu esista il mercato ma il trattamento e' diverso.
    nessuno poi chiede a qualcuno di pagare la mia laurea ma per prendere la laurea, anche se non e' quella dei tuoi tempi, qualcosa piu' del commesso di supermercato ho fatto, e se tu vuoi un laureato non gli fai lo stesso contratto che fai al commesso senno' chiama il commesso a fare questo lavoro. No, non e' il mercato e' la poca lungimiranza dei nostri imprenditori dettata dall'ingordigia che non fa andare avanti ne noi ne l'italia.
    poi se mi parli di valorizzare l'esperienza sfondi una porta aperta ma quello e' il passo successivo e d'altra parte se dopo un anno e mezzo offri ad un tuo lavoratore un contratto peggiore, dove sta la valorizzazione dell'esperienza?
    Da quel che ho capito si tratta del tuo primo impiego e lavori da poco.

    Secondo me devi anche considerare il fatto che prima di pretendere, giustamente o meno, miglior livello e retribuzione devi anche prima fare quella che si chiama gavetta, va fatta a tutti i livelli.

    Purtroppo in Italia ora certe aziende approfittano della carenza di lavoro per tirare al ribasso, magari cambiando anche spesso le persone per poter rientrare nelle varie agevolazioni dimenticando che uno dei beni più preziosi sono i lavoratori stessi, a tutti i livelli e che andrebbero giustamente premiati per impegno e capacità.
    Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso.

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